venerdì 9 gennaio 2015

La Mezza del Brembo della Giandarun

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Eh ragazzi, non posso non raccontare la mezza sul Brembo, primo evento sportivo del 2015.
Ero indecisa se correre di nuovo  la mezza di Crevalcore, corsa l’anno scorso, percorso carino con la presenza di molti amici ma la continua voglia di cambiare e scoprire nuovi percorsi mi ha portato a scegliere la Mezza sul Brembo (diciamo che ha influito anche il pacco gara, un bellissimo Gilet Running Vest della Mizuno).
Alla sua settima edizione, organizzata dal gruppo Runners Bergamo, questa mezza si svolge su un percorso cittadino a giro unico(per fortuna) attraverso i comuni di Treviolo, Dalmine, Osio Sopra e Osio Sotto con 3 sottopassi,2 cavalcavia e molto importante interamente chiusa al traffico.
La partenza della gara è alle ore 10, davanti al Municipio di Dalmine.
Alla partenza c’è Corrado con me, per motivi di cambio società (iscritto regolarmente) deve correre senza pettorale, quindi decide di accompagnarmi in questo allenamento.
Parto svogliata, incavolata, con dolori vari che solo le donne posso provare, mi ripeto continuamente: “ E’ un allenamento, goditi il panorama,la compagnia e vedrai che i km andranno via tranquilli senza problemi”.
Anche in questa corsa, decido di non guardare i parziali del Garmin ma di correre senza ansie, libera di tenere i ritmi che il mio fisico sente di fare, di accelerare o di mollare quando vuole.
Si oggi si corre LIBERI!
Nei primi km sento le gambe di legno, sintomo normalissimo, tra la mezza del 28 dicembre e una serie di allenamenti collinari, sono anche troppo brave ad assecondare le mie richieste.
Noto davanti a me dei palloncini, sicuramente saranno quelli delle 2 ore ma non li voglio seguire, tanto se li seguo scoppio sempre, ormai è matematico.
La testa è veramente stupida in queste situazioni, sono talmente abituata a dirmi “ tanto non ce la fai a tener quel ritmo, che cavolo li insegui a fare che poi ti demoralizzi ancora di più”
Non me ne vogliano i pacer, perché li ritengo dei veri propri “angeli custodi” ( è uno dei  sogni che voglio realizzare, quello di far da “pacer” ) ma non riesco proprio a seguirli fino in fondo.
Arriviamo ad una prima salitina (verso il 5 km) ,per metà la corro, poi cammino e poi ahah il ristoro…che pacchia!!( non riparto più).
Bevo un po’ di thè caldo e si riparte, di nuovo gambe dure, ma si va avanti…con qualche battuta e parola si arriva al 10 km…di nuovo il ristoro, mi fermo, bevo e riparto.( p.s. al 7 km abbiamo superato i palloncini delle 2 ore)
Lungo le strade c’è molto tifo, un bel passaggio in una piazza al 15 km  mi da la giusta carica per tenere il ritmo che boh, non so qual è, ma lo sento spavaldo, mi piace e ci voglio restare.
Corrado è proprio bravo, ormai mi conosce, non parla, se non giusto qualche “bravissima”  e mi resta a fianco.
Al 17 km eccola li, la signorina Fatica, tutto in una botta unica, che si fa sentire, e tu devi essere pronta a reagire, a dire: “ E no cara mia stavolta sono più forte di te, stavolta la testa ti batte, e ti lascia alle spalle”.
Mi torna in mente una frase di Murakami tratto dal libro “L’arte di correre” :


“Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione autentica di vivere. Raggiungiamo la consapevolezza che la qualità del vivere non si trova in valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell’azione stessa, vi scorre dentro”


Mi concentro, altro cavalcavia, cammino in salita, in discesa mi ributto a correre, nel mio passo, nel mio respiro, nella sensazione autentica di vivere, di essere VIVA!
Sento che c’è un bel risultato che mi aspetta all’arrivo, ho superato parecchie persone dal 10 km,
questo mi fa capire che sto tenendo un ritmo abbastanza regolare, Daiiii quasi finita!
Al 20 km, Corrado mi abbandona, vuole farmi la foto all’arrivo, mi esorta a non mollare.
Quanto è bello l’ultimo km, si concentrano tante sensazioni in quel km, a volte vorrei proprio estraniarmi da me stessa e riviverlo da spettatrice come in un film, vedere la faccia da ebete che ho in quel momento, in un mix di felicità e sofferenza.
Ultima curva, gonfiabile, giro di transenne, ed eccolo li il TIMER! 1ora 56 minuti NON CI POSSO CREDERE!
Stoppo il mio garmin e mi vedo un bel 1 ORA 55 E 28 SECONDI!
Non ci credo, mi sembra un sogno! Abbassato di 2 minuti il personale!
Proprio quando non ci credi più, quando pensi che un traguardo così grande costi troppa fatica e credi sia al di fuori delle tue capacità, li accade la svolta, quella che ti fa capire che tutti gli sforzi fatti alla fine vengono ripagati in un qualcosa che si chiama passione per la corsa.
Concludo con una frase, sempre di Murakami:


“La fatica è una realtà inevitabile, mentre la possibilità di farcela o meno è a esclusiva discrezione di ogni individuo.”


Giandarun : 1h55min28sec new P.B.

Voto : 8,5

Che dire come Presidente non posso che esimermi dal darle il voto max e farle i complimenti per un nuovo personale che ci fa ben sperare per il proseguo dell'anno....

il Vs Presidente




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